Lo spopolamento è irreversibile, l’unica soluzione è rendere dignitoso il declino. È questa la posizione espressa dal Governo Meloni: non c’è nulla da fare per centinaia di borghi e piccoli paesi delle aree interne, presenti soprattutto nel Sud e in Sicilia, che da anni lottano contro lo spopolamento.
Secondo il ministro per le politiche di coesione, Tommaso Foti, la definitiva scomparsa è l’unico destino possibile per i centri abitati più piccoli. Nel testo del Piano strategico nazionale per le aree interne (PSNAI), a partire da pagina 44, si leggono quattro tipologie di obiettivi per rafforzare la condizione delle Aree interne, tenendo conto delle condizioni di partenza delle realtà locali. L’obiettivo 4 riguarda lo «accompagnamento in un percorso di spopolamento irreversibile» riferendosi ad Aree «che non possono porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza». Il massimo intervento che il Governo possa garantire per loro è, in sintesi, un “accompagnamento” dignitoso verso il declino.
Così, il governo Meloni sigla la “resa” definitiva verso il contrasto allo spostamento: mentre ogni giorno migliaia di residenti di queste aree lottano per aver garantite le stesse opportunità e servizi di qualsiasi altro centro abitato, la Stato Italiano le abbandona all’inesorabilità dello scorrere del tempo, prevedendo solo alcuni investimenti mirati per i pochi borghi con concrete possibilità di rilancio.
A garantire il cambio di rotta non sono bastati nemmeno i finanziamenti per quasi un miliardo di euro messi a disposizione dall’Unione Europea destinati a interventi da parte dello Stato italiano, che ha preferito una linea fermamente rinunciataria alla messa in campo di soluzioni concrete.
Appare chiaro, dunque, quale sia la volontà dello Stato italiano che, nascondendosi dietro una presunta inesorabilità dei fatti, sceglie di tirarsi indietro dalla sfida al contrasto dello spopolamento, condannando di fatto migliaia di abitanti all’abbandono della loro terra e centinaia di piccoli centri abitati al collasso definitivo.
Questa non è pianificazione: è resa politica, culturale e sociale. Non vogliamo alcun “accompagnamento” verso il declino ma un piano concreto di rinascita. Lo spopolamento non è inarrestabile: lo è solo per chi sceglie di non investire su formazione e lavoro e di tagliare su servizi essenziali come sanità e trasporti.
Il governo italiano ancora una volta ha scelto di tradire gli interessi dei siciliani e a noi non resta che chiederci: arriverà mai una presa di posizione netta e chiara da parte di tutta l’assemblea regionale siciliana, contro simili affermazioni, inaccettabili e irricevibili?