• Stromboli brucia e la regia sta a guardare

    Stromboli brucia e la regia sta a guardare

    Si chiama “Protezione civile” la fiction RAI girata a Stromboli, nelle isole Eolie, e “ironia” della sorte vuole che sia partito proprio dalla troupe impegnata nelle riprese l’incendio che ha devastato la nostra perla del Mediterraneo.

    Mercoledì mattina, infatti, si è sviluppato a Stromboli un vasto incendio che è durato per tutta la giornata ed è stato spento solo nelle prime ore di giovedì mattina.
    Stando al resoconto – riportato da Adnkronos – del responsabile emergenza dei Vigili del Fuoco della Regione Siciliana, l’Ing. Salvo Cantale, dalla produzione «non ci avevano detto che avrebbero appiccato un piccolo fuoco durante le riprese, invece poi non so chi, ha pensato di farlo, forse perché rassicurato dalla nostra presenza, ma il forte vento di scirocco in pochi minuti ha fatto divampare il fuoco: nessuno ci aveva detto che lo avrebbero appiccato, altrimenti glielo avremmo impedito».

    Intanto, però, gli abitanti dell’isola hanno vissuto ore drammatiche… e non era un film!
    Dall’Osservatorio, su in cima, fino a Scari, dal lato opposto dell’abitato di Stromboli, il fuoco si è propagato velocemente da una parte all’altra, bruciando tutto. Mentre il giorno dopo ancora è servito l’intervento del canadair per domare altri focolai.
    Alcune case sono state lambite dal fuoco, soprattutto le travi sui tetti in alcune abitazioni sono andate a fuoco, ma per fortuna nessuna vittima.

    E se da un lato l’incendio è stato provocato dagli ospiti che gli isolani hanno accolto a braccia aperte, dall’altro sono stati proprio gli stessi eoliani a domarlo.
    «L’isola è stata salvata dagli strombolani», ha raccontato Alberto Taranto. «Eravamo divisi in una ventina di gruppi di 15 persone. Tutti hanno dato aiuto come potevano. E siamo riusciti a salvare le case».

    Ma nonostante la loro eroica impresa, oggi le meravigliose ginestre sul fianco del vulcano non ci sono più. Non ci sono più gli ulivi, non i capperi.
    E c’è da chiedersi come sia possibile che un’industria come quella cinematografica, che sulle passerelle e davanti ai microfoni sembra tanto attenta e sensibile alla tutela dell’ambiente, non riservi poi altrettanto rispetto nei confronti dei luoghi che li ospitano, dimostrando troppo spesso non curanza e disattenzione, e manifestando interesse solo per la legge del profitto.


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