• L’autonomia non è più un mezzo, per noi siciliani è una trappola – Percorsi di indipendenza in Europa 2023

    L’autonomia non è più un mezzo, per noi siciliani è una trappola – Percorsi di indipendenza in Europa 2023

    Pubblichiamo l’intervento di Mirko Stefio, rappresentante del Movimento Siciliano d’Azione, alla seconda conferenza internazionale “Percorsi di Indipendenza in Europa” svoltasi il 30 marzo presso L’Assemblea Regionale Siciliana.

    Intanto grazie per averci invitato e soprattutto un grazie ai ragazzi di Trinacria, perché fanno un lavoro encomiabile nel territorio e, quindi, grazie soprattutto per l’impegno profuso.

    Parlo a nome del Movimento Siciliano D’Azione, di cui mi fregio di essere rappresentante, ma vengo anche a nome del movimento estosiano di Porto Rico che, giusto questa mattina, mi ha fatto recapitare una bandiera portoricana da mandare ai socialisti, internazionalisti, indipendentisti di Trinacria come omaggio e come simbolo comune della lotta.

    Una cosa che ci accomuna è la condizione coloniale, che continua a esistere oggi modificandosi camaleonticamente. Noi oggi parliamo di una forma reale del colonialismo che è il debito, con cui hanno schiavizzato i popoli che pretendono la loro autodeterminazione; i vecchi colonizzatori si sono trasformati in tecnici dell’aiuto umanitario, con la scusa degli aiuti finanziari sono venuti a presentarci dossier con frasi accattivanti, slogan importanti, per presentarci i finanziamenti che avremmo potuto ripagare in comode rate per 50/60 anni. In realtà non è cambiato nulla: il debito è il modo per fare degli schiavi senza catene.

    E noi siciliani siamo caduti assolutamente nella trappola. L’autonomia non è più un mezzo, per noi siciliani è una trappola con cui hanno non solo vergognosamente tradito un patto, ma hanno impedito alla Sicilia di autodeterminarsi e di far sì che le proprie risorse potessero essere impiegate a beneficio del popolo siciliano. Al contrario, hanno preso le nostre risorse per portarle via e fare la loro sporca unificazione.

    I debiti hanno fatto sì che noi ci sentissimo come loro; ma noi siamo noi, e loro sono loro. E la verità è che hanno innescato all’interno del nostro popolo un sentimento di subdola sottomissione. Noi abbiamo un problema morale, un problema di onore, nel voler pagare un debito che loro ci hanno imposto. E quel debito non è altro che la schiavitù che ci fa stare in ginocchio.

    Ci hanno fatto credere il paradiso l’inferno, e oggi viviamo questo inferno. Perché in realtà 50mila giovani all’anno – e non lo dico io, lo dicono le statistiche – vanno via dalla Sicilia. Non sono un orgoglio per la Sicilia, sono una sconfitta per la Sicilia. Perché un popolo senza giovani è un popolo senza futuro. Un popolo senza giovani è una casa di riposo. È un problema che non si nota nelle città come Palermo e Catania, nelle città metropolitane, bensì nell’entroterra siciliano, dove lo spopolamento è devastante. Non credo che siamo più 5 milioni a vivere in Sicilia.

    Abbiamo la necessità di unirci nella lotta con i fratelli del Sud. D’altronde il nemico del mio nemico è mio amico e nella lotta dobbiamo essere uniti, perché lottiamo tutti per la stessa cosa. Vogliamo tutti l’autodeterminazione dei nostri popoli e della nostra terra. E cos’è l’Europa se non un fallimento che ha fatto in modo che noi potessimo essere assoggettati attraverso un sistema di schiavitù. E l’euro che cos’è? Non è una moneta, è un sistema di sottomissione dei popoli.

    Uniti possiamo smettere di pagare quel famoso debito di cui parlavo prima e usare le nostre risorse per lo sviluppo della nostra isola. E soprattutto, non pagare le loro stupide guerre. Oggi siamo parte di una guerra che non ci spetta, che non è neanche realmente tra la Russia e l’Ucraina ma tra gli Stati Uniti d’America e la Russia. Ci ritroviamo ad avere basi militari che non abbiamo mai voluto. Nessuno ha votato per avere una base militare, eppure ce le troviamo a 10 metri da casa nostra. Voi dovete sapere che la città di Catania è tra quelle col più alto tasso di analfabetismo. Questo è il vero colonialismo: quello che agisce laddove non deve esserci un tessuto sociale consapevole. Quindi quale azione si mette in campo per prima? Svuotamento della cultura, imbarbarimento delle future classi dirigenti.

    Gli schiavi oggi non portano le stesse catene che nel 1492 indossarono per costruire l’America; eppure esistono nuovi tipi di schiavitù.

    Voglio ringraziare tutti quanti voi per l’invito. Spero che continueremo sempre a lottare insieme e che questi convegni possano aiutarci a trovare una strada maestra che ci unisca.

    Libertà e antudo!


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