• Gramigna. Storie di gente di Sicilia, di Sandra Guddo

    Gramigna. Storie di gente di Sicilia, di Sandra Guddo

    Sandra Vita Guddo si laurea a Palermo in filosofia della storia, specializzandosi successivamente in psicopedagogia.

    Nel corso della sua carriera affronta percorsi legati alla Sicilia, come la rubrica radiofonica di cui si occupa, immergendosi nella cultura siciliana, tra cucina, tradizioni e luoghi della sua terra natia. Si dedica poi alla scrittura di diversi libri, tra cui Cìciri. Racconti di terra di Sicilia e, sua ultima opera, Gramigna. Storie di gente di Sicilia.

    Gramigna. Storie di gente di Sicilia

    Una raccolta di novelle, 17 racconti di vita quotidiana, attraversa alcuni momenti della storia del popolo siciliano. Storie di lotte sono al centro dell’intera opera, da quelle contadine dei Fasci siciliani dei Lavoratori a quelle ambientate prima e durante lo sbarco degli Alleati in Sicilia.

    Tutti i racconti sono tenuti insieme da un filo rosso, che spezza la storia in due. Da una parte vi è la storia convenzionale della Sicilia: una storia propugnata da chi voleva farne una terra di conquista, da chi, attraverso una subdola manipolazione, voleva ergersi a salvatore di un’isola prostrata. Dall’altra, la storia di chi realmente viveva questa terra, di chi si ribellava, di chi resistette ai tentativi di reprimere l’essenza stessa della Sicilia.

    Il sentimento di sicilitudine – termine ripreso dal grande Leonardo Sciascia – è quello che contraddistingue inconfutabilmente i protagonisti delle 17 novelle. La sicilitudine, che si oppone alla sicilianità, emerge in ogni frase, in ogni aneddoto descritto dall’autrice.

    Ogni vicenda cela infatti una rigorosa ricerca sul campo. Sandra Guddo non si limita a descrivere vicende e personaggi con l’occhio freddo e distante di chi vuol rappresentare caratteristiche di una sicilianità stereotipata. Al contrario, le sue indagini mirano alla ricerca del cuore pulsante del popolo siciliano.
    Ne è un’esempio u carritteri, protagonista di una delle novelle, che esprime perfettamente l’essenza dell’identità siciliana. Dopo aver perso moglie e figli nel periodo della Spagnola, Alfio è costretto a emigrare. Attraversato da quella che può sembrare un’epifania, decide di rimanere nella sua terra.

    «Resterò qui, altrove sarei uno straniero venuto da lontano e con il tempo potrei dimenticare chi sono e diventare straniero perfino a me stesso».

    L’essenza della sicilitudine è quindi il profondo sentimento di appartenenza verso la propria terra; un sentimento che non si arresta e non si piega di fronte a niente, ma che invece fa emergere la forza e la resistenza di quel popolo. I protagonisti delle novelle sono, infatti, tutti espressione di un’esigenza comune: quella di raccontare la controstoria, che convenzionalmente non abbiamo modo di conoscere tramite vie accademiche o scolastiche, costituita dalle piccole storie quotidiane dei vinti, dai contesti popolari siciliani di cui l’autrice ha abilmente colto l’anima.

    Tra passato e futuro

    Attraverso un’immersione nella cultura di un popolo lontano nel tempo, ma vicino nelle lotte di ribellione, l’autrice coglie perfettamente le affinità tra presente e passato, tra quello che siamo stati e quello che potremmo tornare a essere. Una ribellione che si esprime nei piccoli gesti quotidiani di chi si rifiuta di obbedire agli ordini di un padrone, di chi lotta contro il proprio tempo.
    Gramigna è espressione di un fervido contrasto, presente a tutti i livelli del panorama siciliano. Così come la gramigna, pianta infestante e devastante, dalle proprietà velenose, ma che al tempo stesso arreca enormi benefici all’essere umano e che sviluppa una forte resistenza al calpestamento, noi siciliani ci ergiamo, facendo dei nostri grovigli la nostra forza. Di fronte alla tirannia di chi ci vuol calpestare, non reagiamo inermi, ma ci ribelliamo, sviluppiamo una capacità unanime di unirci, di farci impermeabili nei confronti di chi ci vuol penetrare, di chi con la forza vuole stuprare la nostra essenza.


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