• Basta caro bollette! Tutta la Sicilia scende in piazza il 7 novembre

    Basta caro bollette! Tutta la Sicilia scende in piazza il 7 novembre

    La crisi economica prosegue la sua parabola ascendente. Negli ultimi anni, i siciliani hanno pagato le conseguenze prima della crisi pandemica, poi della guerra e della crisi climatica, ora della crisi energetica.

    L’aumento dell’inflazione ha portato a un aumento generalizzato dei prezzi, compresi quelli dei beni di prima necessità, riducendo drasticamente il potere d’acquisto delle famiglie – senza che queste, però, abbiano visto al contempo aumentati gli stipendi.
    Le multinazionali dell’energia hanno colto al balzo l’occasione della guerra, speculando sui mercati del gas e provocando un’impennata dei prezzi in bolletta che ha garantito loro profitti miliardari fruttati dal pagamento delle bollette.

    L’aumento delle bollette sta spingendo milioni di persone verso il baratro, costrette a vivere condizioni non più tollerabili. Le attività chiudono perché i commercianti non sono più in grado di sostenere i costi e i lavoratori vengono licenziati e gettati in mezzo a una strada. Le famiglie non hanno i soldi per fare la spesa a causa del caro prezzi generalizzato.

    Fin troppa gente non è più in grado di sostenere i costi: crescono sempre di più i casi di persone che rimangono senza luce, acqua e gas, perché non riescono a pagare le centinaia di euro al mese che servirebbero per saldare il conto con le imprese dell’energia.

    I siciliani alzano la testa

    In queste settimane, però, i siciliani continuano a dimostrare di non tollerare che i costi della crisi siano pagati a prezzo salatissimo dalla popolazione, per poi permettere a multinazionali come Eni di realizzare profitti del 700% in più rispetto allo stesso periodo del 2021.

    Non si contano nemmeno le manifestazioni delle ultime settimane: Mazara del Vallo, Agrigento, San Cipirello e San Giuseppe Jato, Sciacca, Palermo, Messina, Catania.

    Gli olivicoltori della Val di Mazara non hanno raccolto le olive fino al raggiungimento di un accordo sul prezzo di vendita dell’olio perché i costi della raccolta, tra manodopera, materie prime, carburante ed energia, avrebbero potuto superare i loro ricavi.

    I commercianti bruciano in piazza le bollette, esasperati dalla rabbia di dover chiudere le loro attività. Migliaia di poveri energetici si trovano costretti a ricorrere a metodi alternativi al pagamento delle utenze, mentre vengono additati dalla stampa come “furbetti del contatore”.

    Nel frattempo, in tutta l’Isola si svolgono assemblee e incontri per organizzare la risposta a questa situazione, per richiedere dei sostegni immediati, per rivendicare delle soluzioni concrete e senza compromessi che salverebbero tante persone dalla miseria.

    Lottare tutti, lottare insieme

    È necessario richiedere, in una fase di crisi eccezionale, che le misure che vengano adottate per contrastarla siano altrettanto eccezionali.
    Blocco degli stacchi per morosità, tassazione degli extraprofitti delle multinazionali, imposizione di un tetto al prezzo del gas sono solo alcune delle iniziative che devono essere portate avanti dal Governo per aiutare adesso la gente che non riesce ad arrivare a fine mese.

    Oltre a sfogare il proprio malessere, le piazze ci stanno mostrando che i siciliani non sono disposti ad accettare che i costi della crisi vengano scaricati verso il basso.

    Il 7 novembre tutte le manifestazioni e tutti i momenti di protesta organizzati fino ad allora confluiranno in un’unica grande manifestazione regionale, che vedrà la partecipazione di movimenti, sindacati, associazioni di categoria provenienti da tutta la Sicilia.

    L’unico modo per far sentire la voce di chi non vuole fare ulteriori sacrifici, per ottenere soluzioni concrete e immediate, è scendere in piazza tutti insieme, sfidando a una prova di forza il governo.

    L’appuntamento è giorno 7 novembre, a Palermo, alle 10:00 a piazza Croci.


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