• Corteo a Palermo: gli studenti sfidano i divieti della Questura

    Corteo a Palermo: gli studenti sfidano i divieti della Questura

    Gli studenti di Palermo questa mattina hanno sfidato i divieti della Questura che impediscono lo svolgimento di cortei in città, sfilando per le strade e bloccando il traffico di alcune vie principali. 

    In corteo per Lorenzo

    Gli studenti del Liceo Classico Umberto I, insieme a quelli dell’Einstein e del Pio La Torre, sono partiti in corteo dalle loro scuole, attraversando e bloccano via Dante; dall’Istituto Pietro Piazza, gli studenti entrano alla stazione centrale e attraversano via Maqueda; dal Vittorio Emanuele II si parte dalla Cattedrale, passando da Corso Vittorio; c’è un raduno anche al Giardino Inglese da cui gli studenti partono sfilando per via Libertà.

    In centinaia si riuniscono poi a piazza Castelnuovo, davanti il Politeama. L’obiettivo è unico: cambiare questo modello di scuola. Nello striscione principale si legge: «La vostra scuola ci fa schifo».

    Protestano contro l’alternanza scuola-lavoro, che ha fatto una vittima a Udine, un giovane diciottenne, e contro la nuova maturità, per la quale è stato introdotto lo scritto anche della materia di indirizzo. 

    Hanno poi deciso di muoversi, tutti insieme, in corteo da piazza Castelnuovo a piazza Verdi, dove sono rimasti in presidio per circa un’ora. A seguito della protesta, un centinaio di studenti si sono mossi nuovamente in corteo per le strade della città verso il Laboratorio Sociale Malaspina, dove si è tenuta un’assemblea conclusiva della giornata di protesta.

    Contro scuola-lavoro e maturità

    «Quello che è successo a Udine, la morte di Lorenzo durante le ore di alternanza, è la diretta conseguenza di un sistema basato sul profitto, che trasforma le scuole in fabbriche e aziende e che manda i ragazzi a lavorare senza nessuna precauzione. Già in passato erano successi incidenti durante le ore di alternanza, ma questa volta è stato oltrepassato il limite. Agli studenti non è più garantito neanche il diritto alla vita» – afferma Giorgio Caruso, rappresentante del Liceo Einsten.

    Per quanto riguarda la nuova maturità, gli studenti lamentano di non essere stati interpellati nella scelta di modificare le modalità.

    «Una scelta imposta dall’alto e non condivisa dagli studenti. Siamo stanchi di questo sistema, a noi la scuola che manda a lavorare e uccide, che non rispetta la volontà degli studenti ci fa schifo. E siamo pronti a tutto per cambiarla» – continua Nicoletta Sanfratello del Liceo Umberto I.

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