• TGS a rischio chiusura: a rimetterci sono sempre i lavoratori

    TGS a rischio chiusura: a rimetterci sono sempre i lavoratori
    Un ennesimo duro colpo ha subìto in questi giorni l’imprenditoria siciliana. A farne le spese stavolta è stato il settore radio-televisivo. Questa estate è finita nel peggiore dei modi per i giornalisti e i tecnici di TGS. L’azienda ha infatti spedito nelle ultime ore una comunicazione per la mobilità e il licenziamento di nove tra giornalisti e tecnici. La misura scatterà per il coordinatore redazionale, quattro giornalisti, tre tecnici di montaggio e operatori di ripresa e un tecnico radio.

    Un problema di gestione

    Ciò che lascia estrememente perplessi però sono le motivazioni sostenute dall’azienda e presentate nel comunicato:«A fronte della riduzione dei ricavi, il costo del lavoro è sostanzialmente rimasto mediamente inalterato prendendo a riferimento l’ultimo triennio». Non è quindi un aumento dei costi dovuto alla recente crisi economica ad aver determinato l’attuale situazione aziendale, ma un calo delle entrate, probabilmente legato a un calo degli ascolti e quindi degli investimenti pubblicitari.
    Eppure, come emerge dall’approfondimento avviato da Auditel per l’Associazione Tv locali, le emittenti locali hanno raddoppiato gli ascolti durante il lockdown! Delle 156 Tv analizzate rispetto agli anni precedenti alla pandemia, 42 hanno raddoppiato gli ascolti giornalieri, mentre 87 su 156 hanno aumentato l’audience di almeno il 50%. A segnalare un calo solo 15 emittenti. Durante il lockdown, infatti, gran parte delle Tv ha dato enorme valore alla propria natura “locale”, concentrando la programmazione sul fornire un’informazione capillare e mirata alle comunità regionali e cittadine.
    Ed è stato forse questo che, ipotizziamo, potrebbe essere mancato alla nostra più importante emittente televisiva regionale: un servizio di qualità, in linea con le richieste del pubblico. Continua infatti il comunicato informando che «la Società per fronteggiare la condizione involutiva ha agito nel tempo in riduzione delle diverse componenti di costo quali la riduzione significativa della spesa per le collaborazioni giornalistiche esterne, la riduzione dei costi per le trasmissioni, la razionalizzazione e riduzione dei costi sostenuti per gli impianti di alta frequenza anche in relazione alle manutenzioni degli stessi, nonché la riduzione dei costi derivante dagli investimenti fatti per efficientamento energetico e funzionale. Per quanto attiene il costo del personale, la Società, ha fatto ricorso ai trattamenti di integrazione salariale in costanza di rapporto di lavoro».

    La morte della televisione siciliana

    Di fronte a una così drastica riduzione degli investimenti, non sorprende che la società si sia ingarbugliata in un’inestricabile spirale recessiva. Una spirale che, senza un deciso intervento per un’inversione di tendenza, non potrà andare che a peggiorare nei prossimi anni, decretando la morte definitiva della televisione siciliana, già da decenni decisamente indietro rispetto non solo alle emittenti nazionali, ma anche alle sue omologhe delle altre regioni.
    Unica nota positiva rilevabile dal comunicato è che «nel 2021, invero, il risultato economico è influenzato positivamente, dalla contabilizzazione oltre a contributi straordinari legati all’emergenza da Covid-19 (rilevati anche nel 2020), alla registrazione di un componente positivo straordinario, pari a 1,8 mln, relativo all’indennizzo ricevuto per la rottamazione anticipata delle frequenze. Tale partita straordinaria ha consentito alla Società di registrare un risultato economico positivo che non rispecchia tuttavia la gestione caratteristica dell’attività di impresa, che, invero, avrebbe registrato sia per l’anno 2020 che 2021 perdite in linea con quelle presenti nel 2019».
    E, come sempre, anche stavolta alla fine a pagare saranno i poveri lavoratori, il più delle volte eccellenti professionisti, costretti a subire le conseguenze di gestioni disatrose. Ed è a loro che va il nostro pensiero in questo momento, con l’augurio che le loro capacità vengano valorizzate altrove. Magari all’interno di un’altra realtà, sempre siciliana, ma più efficiente.

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