Tutte le Madonie in piazza per salvare la sanità locale

Questa mattina migliaia di madoniti si sono mossi in corteo fino all'ospedale di Madonna dell'Alto di Petralia Sottana con un unico obiettivo: salvare l'ultimo ospedale delle Madonie dalla chiusura. 

Un ospedale in via di smantellamento

La struttura versa da anni in stato di abbandono da parte delle istituzioni con un progressivo smantellamento di numerosi reparti, tra quelli che sono stati chiusi e quelli che rischiano di fare la stessa fine. 
Negli ultimi è stato chiuso il punto nascite, i reparti di ortopedia, cardiologia e ginecologia, mentre l'ospedale si trova, di fatto, con un reparto di pediatria non attivo da quando l'ultimo pediatra che vi lavorava è andato in pensione, senza essere stato sostituito. 
Nonostante ciò, ancora oggi l’ospedale offre servizi fondamentali alla popolazione.

Ma le prospettive per l'ospedale non sono affatto rosee.
Ad oggi, mancano all'appello 60 unità tra medici e personale sanitario, la cui assenza rischia di portare alla chiusura del reparto di medicina e chirurgia, ponendo di fatto una pietra tombale sul destino dell'ospedale. 
A quel punto, tutti gli abitanti delle Madonie che necessitano di cure mediche saranno obbligati a recarsi nell'ospedale - si fa per dire - più vicino: quello di Termini Imerese, a 70 kilometri di distanza. 

L’ospedale non si tocca, lo difenderemo con la lotta!

A scendere in piazza oggi è stata l'intera comunità delle Madonie, spinta dal lavoro incessante portato avanti nelle settimane passate comitato promotore, di cui fanno parte il Movimento civico “Pediatria a Petralia”, le Consulte giovanili madonite, il Comitato cittadino Petralia Sottana e l’Unione dei Comuni con tutti i suoi sindaci e amministratori. A scendere in piazza oggi anche gli insegnanti, i ragazzi delle scuole e i piccolissimi, insieme a migliaia di cittadini, molti dei quali hanno deciso di chiudere le proprie attività commerciali pur di manifestare in difesa del diritto alla salute.  

«La chiusura dell'ospedale Madonna dell'Alto sarebbe una condanna per tutte le Madonie. In una terra che da decenni subisce un terrificante processo di spopolamento, la morte dell'ultimo presidio sanitario rimasto nell'area costituirebbe un'ulteriore spinta alla fuga dalle Madonie. 
Siamo scesi in piazza per rivendicare il diritto ad una sanità pubblica, gratuita, e capillarmente diffusa. L'ospedale va salvato, non si accettano compromessi» ha detto in un intervento Tiziana Albanese, Presidente della consulta giovanile di Petralia Soprana. 

Durante le conclusioni, Pietro Polito, Sindaco di Petralia Sottana, ha specificato che «La manifestazione di oggi non è la fine, ma un momento cruciale di un percorso iniziato ormai un anno e mezzo fa, comune a tutti i Comuni e i cittadini delle Madonie, per impedire lo smantellamento dell'ultimo presidio sanitario rimasto in vita in quest’area. 
Chiediamo che vengano inviati i medici che mancano all'appello in tutti i reparti che si trovano in sofferenza. Non elicotteri per portare a Termini o a Palermo i malati d'urgenza, ma dottori in carne e ossa, che permettano alle persone di curarsi nel posto in cui sono nate e cresciute. 
Rivendichiamo non la sopravvivenza, ma la ricostruzione dell'ospedale Madonna dell'Alto. Chiediamo l'effettiva attuazione della pianta organica stilata nel 2019, ma mai applicata. 
Continueremo a mobilitarci a difesa del nostro ospedale. La lotta non è finita, è appena iniziata». 
 
Al termine della manifestazione, gli organizzatori hanno annunciato in pubblica piazza la volontà di costruire un tavolo tecnico con la Regione, al quale dovrà essere presente il Presidente Renato Schifani, da fissarsi entro una settimana dalla giornata di oggi. 
Se ciò non dovesse accadere, i cittadini delle madonie sono pronti a mettere in campo ogni strumento necessario per far valere le proprie ragioni, nelle sedi di tribunale e nelle piazze.