La Regione Siciliana ha fin’ora sfruttato soltanto in minima parte le risorse del Pnrr. Degli 1,6 miliardi a disposizione, infatti, sono stati avviati progetti per un valore complessivo di appena 6 milioni e 738 mila euro. Il resto dei fondi rischia dunque di venire bruciato.
La notizia ha iniziato a circolare in seguito all’incontro avvenuto negli scorsi giorni tra il Presidente Schifani, 9 assessori e 15 direttori generali che, a poco più di un anno dal termine ultimo per spendere i soldi del Pnrr, hanno appurato come sia stato investito soltanto l’8% dei fondi disponibili.
Il quadro generale è estremamente sconfortante. Giusto per dare un’idea: 601.400 euro sono stati investiti dal dipartimento di formazione professionale in un corso per la preparazione di 97 giardinieri d’arte, con soli 90 iscritti e senza alcuna garanzia che tutti lo portino a conclusione. 56 milioni e 525 mila euro erano stati destinati dall’Assessorato alle infrastrutture per l’acquisto di autobus extraurbani, poi saltato a causa del “mancato interesse degli operatori economici”.
Mentre alla Regione si corre ai ripari, arrivando addirittura ad ipotizzare di richiedere a Bruxelles un improbabile slittamento dei termini di spesa, in Sicilia si piange l’ennesima occasione persa a causa dell’inefficienza e dell’incompetenza della classe amministrativa regionale, evidentemente non così preoccupata di garantire risorse e opportunità per i siciliani.
Situazione analoga anche con il programma Gol, al quale era stato assegnato un budget di 224 milioni. Gli assessorati al Lavoro e alla Formazione avrebbero dovuto sfruttare queste risorse per creare occasioni di impiego attraverso la formazione e l’aggiornamento professionale per varie categorie di disoccupati, ma non è andata esattamente così. A causa di: «criticità in ordine al raggiungimento del numero di utenti da formare entro fine anno (almeno 128 mila)», come riportato dagli stessi uffici di Palazzo d’Orleans, il progetto non andrà mai in porto.
Le difficoltà nel raggiungimento dei target di spesa riguardano pressoché la maggior parte degli assessorati regionali. La realizzazione della diga Pietrarossa, per la quale erano previsti 96 milioni di euro, rappresenta la promessa non mantenuta dall’Assessorato all’acqua e ai rifiuti. Nell’ambito sanitario solleva critiche la mancata creazione del fascicolo sanitario elettronico e il congelamento dei 7,5 milioni destinati ai corsi in infezioni ospedaliere, a quanto risulta molto “complessi” da organizzare.
Insomma, ci sono inadempienze e inefficienze per tutti i gusti. Nel frattempo, a Palazzo d’Orleans la tensione si taglia col coltello, al punto da spingere Schifani ad imporre un ultimatum di un mese per accelerare l’emissione di bandi e progetti e per aggiornare i dati sul sistema di certificazione nazionale. In caso contrario? Beh, l’eventuale mancato raggiungimento dei target di spesa contribuirà alla valutazione del risultato di gestione dei dirigenti dei dipartimenti. In buona sostanza, o la Regione riesce a salvare se non tutti i fondi almeno la faccia, oppure salterà qualche testa ai vertici dell’amministrazione regionale.
Del fatto che si tratti dell’ennesima opportunità sprecata per migliorare la qualità dei servizi in Sicilia pare che non gliene importi a nessuno.