• Palermo perde 57 milioni destinati alle scuole delle periferie e al teatro Massimo

    Palermo perde 57 milioni destinati alle scuole delle periferie e al teatro Massimo

    Il Comune di Palermo dovrà rinunciare a 57 milioni di euro del fondo di sviluppo e coesione, destinati a finanziare la realizzazione di lavori estremamente utili per la città. I progetti in questione, arrivati privi di obbligazioni giuridicamente vincolanti alla data del 31 dicembre 2022, sono stati definitivamente cancellati dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipes) a inizio dicembre scorso, poiché la Città metropolitana di Palermo non è risultata in grado di garantirne l’inizio dei lavori.

    Tra i lavori a cui erano destinate le risorse andate perdute figurano: il completamento del restauro del teatro Massimo, la riqualificazione dei padiglioni 1 e 2 dei Cantieri Culturali della Zisa attraverso l’adeguamento dei locali a succursale della biblioteca comunale con spazi destinati ad ospitare i bambini, la realizzazione dell’asilo di Brancaccio intitolato a Don Pino Puglisi, la costruzione di due scuole primarie nei quartieri di Brancaccio e dello Zen e la copertura del canale Boccadifalco.

    Di fronte a uno spreco di risorse pubbliche di questa portata, il Comune di Palermo ha però sottolineato che alcune delle opere sopracitate verrano rifinanziate attingendo ad altri fondi a disposizione dell’amministrazione locale. Fondi che, peró, sarebbero potuti essere destinati alla realizzazione di ulteriori opere.

    La Sicilia continua dunque a confermarsi terra di contraddizioni: alla necessità di interventi concreti ed efficaci per garantire alla popolazione l’accesso a servizi essenziali, si contrappone la negligenza e l’incompetenza di una classe politica che, persa tra i tempi estremamente dilatati della burocrazia, non è in grado di rispondere alle reali esigenze dei siciliani.


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