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  • Salviamo l’ospedale delle Madonie! In piazza l’11 novembre contro la chiusura dell’Ospedale Madonna dell’Alto

    Salviamo l’ospedale delle Madonie! In piazza l’11 novembre contro la chiusura dell’Ospedale Madonna dell’Alto

    I Sindaci dei Comuni facenti parte del Distretto Sanitario 35, i consigli comunali, i comitati, le consulte giovanili, le parrocchie della diocesi, le associazioni e i cittadini delle madonie scenderanno in piazza l’11 novembre per il diritto alla salute nel territorio madonita e per la salvezza dell’Ospedale Madonna dell’Alto di Petralia Sottana.

    Già da diversi anni il nosocomio versa in gravissime condizioni, con la chiusura di diversi reparti, e nei prossimi mesi si paventa un peggioramento dei servizi a causa di una cronica carenza di personale.
    Un problema che non si limita a minare il diritto alla salute degli abitanti dei territori montani, ma che potrebbe determinare la morte definitiva di queste aree, già sofferenti di abbondanti carenze nei servizi pubblici che contribuiscono a implementare il fenomeno dello spopolamento.

    Nelle scorse settimane, con la nascita del Coordinamento “Salviamo l’Ospedale delle Madonie”, mosso dalle Consulte giovanili e da Movimenti civici, si sono tenute assemblee in tutti e 9 i Comuni del Distretto, durante le quali si è discussa la gravità della situazione attuale e la necessità improrogabile di mettere in atto tutte le azioni necessarie per porre all’attenzione il tema e impedire la chiusura di un presidio sanitario così importante.

    Ecco le loro richieste:

        • La garanzia nell’erogazione di servizi in regime sia di emergenza/urgenza che programmabile, attraverso la messa in atto delle piante organiche aziendali (in ambito anestesiologico, emergenza-urgenza, radiologico, chirurgico, medico e di tutte le figure professionali previste per la funzionalità del Presidio) che porterebbe a normalizzare la condizione del personale a protezione da eventuali eccessi di turni di guardia e di reperibilità (questi ultimi previsti dal CCNL come provvisori, in attesa del completamento delle piante organiche). Ciò, anche in considerazione dell’area disagiata, attraverso lo sblocco delle graduatorie dei concorsi già espletati, l’indizione di nuovi concorsi e l’attingimento a graduatorie da altre aziende per medici comunitari ed extracomunitari nonché l’eventuale incentivazione del personale.

        • Il potenziamento delle seguenti branche chirurgiche, anche con accordi interaziendali: ambulatorio dedicato alla diagnosi e cura delle patologie tiroidee; chirurgia ortopedica in day surgery con presidi viciniori; attività di Pronto Soccorso con competenze in ambito ortopedico, traumatologico, pediatrico; chirurgia Ortopedica maggiore “femori a scadenza” con degenza, così da ridurre il trasferimento dei pazienti presso altre strutture; ambulatorio dedicato alla diagnosi e cura di patologie ginecologiche.

        • Il potenziamento dell’attività di radiologia attraverso la diagnosi della patologia tiroidea e l’attivazione di protocolli di refertazione da remoto per esami svolti in loco come la tomosintesi.

        • L’istituzione di una “rete pediatrica”, così da dare risposta sul territorio in tempo reale e con canali preferenziali verso l’Ospedale dei Bambini “Di Cristina” di Palermo. In concreto, si prevede la consulenza da remoto ai piccoli pazienti che accedono al Pronto Soccorso e l’attivazione del rendez-vous tra ambulanze per diminuire i tempi di percorrenza e permettere al medico di intervenire in tempi più rapidi.

        • La definizione di una mission a carattere regionale che sia confacente alle capacità tecniche della struttura. Tra le proposte, un centro per la cura della patologia tiroidea, una breast unit e la centralizzazione del polo riabilitativo dell’intera Asp 6 presso il nosocomio di Petralia Sottana.

        • Il potenziamento della medicina territoriale attraverso: l’ampliamento degli Specialisti Territoriali, l’istituzione del Medico Scolastico, il poenziamento della Telemedicina e della Teleterapia, il rafforzamento dei presidi di lotta alle dipendenze e alla salute mentale, la messa in rete delle strutture sportive a fini terapeutici, la creazione di seri progetti per l’inclusione dei soggetti più fragili.

        • L’ufficializzazione del progetto di Montagnaterapia sviluppato da Simont in collaborazione con il C.A.I.: un’originale approccio metodologico a carattere terapeutico-riabilitativo e/o socioeducativo, finalizzato alla prevenzione primaria e secondaria, alla cura e alla riabilitazione degli individui portatori di differenti problematiche, patologie o disabilità attraverso l’esperienza all’aperto in aree montane.


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