• Sicilia come esempio 

    Sicilia come esempio 

    Ripubblichiamo un articolo di Jordi Orobitg i Solé, Deputato ERC Parlamento di Catalogna, pubblicato il 25 aprile ne La República – Catalunya, sulla Conferenza Internazionale annuale “Percorsi di Indipendenza in Europa” 2024. L’incontro di quest’anno ha avuto il titolo di “Riprendersi l’identità, farsi Nazione” e ha visto la presenza e l’intervento di diverse organizzazioni indipendentiste, tra cui Esquerra Republicana de Catalunya.

    Di seguito, il testo dell’articolo tradotto in italiano.

    Dalla Sicilia, ho portato con me l’esempio per avanzare. Di ciò che eravamo e che abbiamo smesso di essere. Sta nelle nostre mani restituirlo per il bene del nostro paese. Io, noi, lo faremo.

    Recentemente ho avuto l’opportunità di visitare Palermo, in occasione di un incontro tra organizzazioni indipendentiste, con uno sguardo rivolto all’orizzonte delle elezioni europee nel mese di giugno.

    L’oggetto del vertice, al quale partecipavano indipendentisti sardi, corsi, baschi, galiziani, siciliani e catalani, riguardava la preservazione dell’identità delle nazioni senza Stato, all’interno dell’Unione Europea.

    L’incontro, organizzato dalla Fondazione Coppieters e dall’organizzazione indipendentista siciliana Trinacria, ha permesso di condividere esperienze e proposte. Nel mio intervento, ho sottolineato l’importanza della tutela della lingua come elemento costitutivo dell’identità nazionale, e lo sforzo considerevole che il governo della Generalitat sta compiendo in settori come quello della cultura, destinando circa il 2% del bilancio; o la presenza nei contesti giovanili, attraverso piattaforme come 3cat, l’SX3, il nuovo super3, che ottiene record sempre maggiori di ascolti; o gli accordi con le principali piattaforme audiovisive per offrire ogni giorno sempre più titoli in catalano.

    La lingua, intesa come elemento unificante e costituente dell’identità di un popolo, ci allontana da discorsi escludenti e riduttivi, che promuovono criteri di identità etnica, di origine o di credenza.

    Nel corso della giornata, ho potuto percepire il fascino che l’indipendentismo catalano suscita nei giovani siciliani, e le politiche di promozione e difesa della lingua. Essi stessi, lottavano per esprimersi in “sicilianu”, una lingua dichiarata a rischio di estinzione dall’UNESCO.

    La persona che mi ha accolto a Palermo, Fabio Petrucci, appassionato di storia siciliana e del relativo legame con quella catalana, partecipava a questa ammirazione per il nostro paese, e mentre eravamo in viaggio dall’aeroporto verso la città, mi raccontava commosso come alcuni giorni prima, la principale via di Palermo, il Corso Vittorio Emanuele, fosse stata bloccata da pastori, pescatori, contadini e i loro trattori, rivendicando la loro rivolta contadina, e che tutti loro agitavano la bandiera di Sicilia, la Trinacria, al posto del tricolore italiano.

    Esprimeva con orgoglio che questa dimostrazione di potere del sentimento nazionale siciliano, del tutto inaspettata, era paragonabile alla nostra Diada, e che nessuno, nessun partito politico, osava appropriarsi del successo, di una manifestazione spontanea della nazione siciliana. Un popolo unito sotto una bandiera, la propria.

    In Catalogna abbiamo vissuto, e di fatti stiamo vivendo tempi meschini. Fatti di personalismi e dispute intestine che riescono solo a indebolire il movimento e ostacolare il cammino verso la libertà; dalla Sicilia, ho portato con me l’esempio per
    avanzare. Di ciò che eravamo e che abbiamo smesso di essere. Sta nelle nostre mani restituirlo per il bene del nostro paese. Io, noi, lo faremo.

    Jordi Orobitg i Solé
    Deputato ERC Parlamento di Catalogna
    Numero 4 nelle elezioni del 12 maggio per Girona


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